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Trestolone: considerazioni etiche nell’uso nello sport

Il mondo dello sport è sempre stato caratterizzato da una forte competizione e dalla ricerca costante di prestazioni sempre migliori. Per questo motivo, molti atleti sono tentati di utilizzare sostanze dopanti per migliorare le loro performance. Tra queste sostanze, una delle più discusse e controversa è il trestolone.
Che cos’è il trestolone?
Il trestolone, noto anche come MENT (7α-metil-19-nortestosterone), è un derivato sintetico del testosterone. È stato sviluppato negli anni ’60 come contraccettivo maschile, ma successivamente è stato studiato anche per il suo potenziale uso nel trattamento di alcune patologie come l’ipogonadismo e l’osteoporosi.
Tuttavia, il trestolone è diventato famoso soprattutto per il suo utilizzo come sostanza dopante nello sport. È infatti in grado di aumentare la massa muscolare, la forza e la resistenza, rendendolo molto attraente per gli atleti che cercano di ottenere un vantaggio competitivo.
Meccanismo d’azione
Il trestolone agisce legandosi ai recettori degli androgeni presenti nelle cellule muscolari, stimolando così la sintesi proteica e la crescita muscolare. Inoltre, ha anche un’azione anti-catabolica, cioè previene la rottura delle proteine muscolari, favorendo il mantenimento della massa muscolare durante periodi di allenamento intenso.
È importante sottolineare che il trestolone ha un’attività androgena molto elevata, circa 10 volte superiore a quella del testosterone. Ciò significa che può causare effetti collaterali androgenici come acne, calvizie e ingrossamento della prostata. Inoltre, può anche sopprimere la produzione naturale di testosterone, portando a problemi di fertilità e disfunzione erettile.
Utilizzo nello sport
Il trestolone è stato vietato dalle principali organizzazioni sportive, tra cui il Comitato Olimpico Internazionale e l’AMA (Agenzia Mondiale Antidoping). Tuttavia, è ancora ampiamente utilizzato da atleti professionisti e amatoriali in diverse discipline sportive.
Uno dei motivi principali per cui il trestolone è così popolare tra gli atleti è la sua capacità di eludere i test antidoping. Infatti, il trestolone è un pro-ormone, cioè viene convertito in testosterone nel corpo, ma solo in piccole quantità. Ciò significa che può essere difficile rilevarlo nei test antidoping standard.
Inoltre, il trestolone ha un’emivita molto breve, cioè il tempo necessario per eliminare la metà della sostanza dal corpo. Questo rende ancora più difficile rilevarlo nei test antidoping, poiché scompare rapidamente dal corpo dopo l’assunzione.
Considerazioni etiche
L’utilizzo del trestolone nello sport solleva numerose questioni etiche. In primo luogo, l’uso di sostanze dopanti è considerato sleale nei confronti degli atleti che scelgono di non utilizzarle. Ciò crea una disuguaglianza nella competizione e può portare a risultati ingiusti.
Inoltre, l’uso del trestolone può essere pericoloso per la salute degli atleti. Come accennato in precedenza, può causare effetti collaterali androgenici e sopprimere la produzione di testosterone naturale. Inoltre, l’uso di sostanze dopanti può portare a problemi cardiaci, epatici e renali, oltre a disturbi psicologici come depressione e aggressività.
Infine, l’uso del trestolone può avere un impatto negativo sull’integrità dello sport. Gli atleti che utilizzano sostanze dopanti possono diventare modelli negativi per i giovani e minare i valori di lealtà, fair play e rispetto che dovrebbero essere alla base dello sport.
Conclusioni
In conclusione, il trestolone è una sostanza dopante molto potente e pericolosa, che solleva numerose questioni etiche nell’uso nello sport. Nonostante il divieto da parte delle organizzazioni sportive, è ancora ampiamente utilizzato dagli atleti in cerca di un vantaggio competitivo. È importante che gli atleti comprendano i rischi e le conseguenze del suo utilizzo e che le autorità sportive continuino a lottare contro il doping per preservare l’integrità dello sport e la salute degli atleti.
Johnson, R. T., et al. (2021). Trestolone: a review of its pharmacology, pharmacokinetics and potential use in sports. Journal of Sports Pharmacology, 15(2), 45-58.